25 ott 2005

Pensieri

Irreversibile. Per questo è necessario cambiare il verso delle cose. Perché sennò non lo puoi più fare. Restano così per sempre. Cambiare il verso delle cose perché non abbiano una etichetta. Una definizione. Cambiare per non essere sempre uguale. Si può cambiare forma e colore. Si può cambiare posto. Si può cambiare volume. E si può restare in silenzio.

Un solo secondo. Forse anche meno passa tra il cross e il colpo di testa di un’attaccante. Due scelte. La prima. Anticipo secco. Il portiere esce. Ottima scelta di tempo. Fa suo il pallone prima che arrivi sulla testa del giocatore avversario. Seconda scelta. Il cross è troppo lontano. Il portiere rimane fra i pali e aspetta. Già sa che deve essere in aria prima che l’attaccante colpisca la palla. Guarda la rotazione del collo e delle spalle. Vola. Letteralmente e va prendersi il pallone. Questo è il top.
Ma poi ci sono quelli come me. Quelli che uscirebbero sempre. In alto a prendersi il cross. Le braccia tese. Il corpo degli avversari che ti ostacola. Una gomitata. Alle peggio una ginocchiata. Tutti ti guardano. Ti tieni stretto il pallone.

Puoi parlare o stare zitto. Puoi saltare o rimanere fermo. L’importante è cambiare il verso delle cose. Puoi cercare di crescere. Quando ero piccolo mi distendevo tutto con le braccia in alto e sentivo le mie articolazioni, le vertebre e i muscoli distendersi e dicevo: “cresci,cresci, cresci.”

La palla è ferma sul dischetto del calcio di rigore. Io mi avvicino per guardare se è messa bene. Ma mi avvicino anche per guardare il mio avversario dritto negli occhi. Anche perché mentre cammini all’indietro verso la linea di porta l’avversario guarda il punto dove metterà o vuole mettere la palla. La sua scelta. In realtà le scelte si cambiano. Io penso quale potrà essere il lato scelto. Subito da quando so che ci sarà un rigore. “Lo tira a destra” e me lo ripeto come un mantra buddista. A quel punto sono pronto a volare. Potete scommetterci una birra. Se so che lo tira a destra, mi butterò a sinistra. Ed è la parte sbagliata, potete scommettercene un’altra.

Le cose però a volte cambiano da sole. Un fiume scorre e cambia. Che tu lo voglia o no. A volte il modo migliore per cambiare le cose che ci stanno a torno è stare fermi e guardare. Per questo scelgo di non fare niente.

A volte un centrocampista tira da dietro un muro di uomini. La palla si aggira nell’area di rigore. Qualcuno la passa indietro per un centrocampista arrembante. Senti solo il colpo tra la palla e il piede. Scegli di rimanere immobile. Di vedere da dove sbucherà la palla. A volte arriva dritta sul tuo petto. Nelle tue mani che l’aspettano. A volte la colpisci con un piede. Con una mano di riflesso. A volte la guardi infilarsi nel sacco. Immobile. Con le ginocchia semi piegate. E lo sguardo da scemo.    

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