2 ott 2005

Fonte Misna.org

SUD DEL MONDO 30/9/2005 4.33
OCSE: AIUTI ALIMENTARI, CAMBIARE SISTEMA E COMPRARLI IN LOCO

Economia e Politica, Brief

Cambiare il sistema degli aiuti alimentari diminuendo la quantità di scorte trasportate dai Paesi ricchi e acquistandole invece in quelli poveri non solo porterebbe vantaggi ai beneficiari dell’assistenza ma permetterebbe di risparmiare grandi quantità di denaro: lo sostiene un nuovo rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (Ocse- Oecd, che riunisce 30 Paesi del Nord del mondo). Secondo l’indagine i costi potrebbero essere abbattuti fino al 50%: è il caso degli Stati Uniti, che trasportano verso i Paesi del Sud del mondo la propria sovrapproduzione, mentre spenderebbero la metà acquistando direttamente in loco. Nel 2004, il 99% del cibo donato dagli Usa era ‘tide aid’, cioè vincolato alla produzione statunitense. Non solo, ma l’immissione sui mercati locali di grandi quantità di cibo – per esempio grano o cereali – rischia spesso di far abbassare il prezzo dei prodotti locali, con gravi ripercussioni sui contadini dei Paesi poveri. Il rapporto sottolinea che questa pratica non è imputabile solo agli Stati Uniti, ma anche ad altri donors come il Giappone, la Cina, l’India e la Corea del Nord. Il risparmio, sostengono gli esperti dell’Ocse, non deriva solo dai minori costi di trasporto, ma anche dall’acquisto di generi alimentari in uno dei Paesi della regione dove è destinata l’assistenza (per esempio il Niger, in questi mesi); questo permetterebbe un abbattimento dei costi fino al 33%. Secondo Edward Clay, uno degli autori del rapporto, i Paesi donatori potrebbero abbassare la spesa di 750 milioni di dollari l’anno. Qualcuno ha già iniziato: il governo del Canada ha annunciato in questi giorni che d’ora in avanti acquisterà sul mercato locale fino al 50% dei prodotti alimentari destinati agli aiuti rispetto al limite del 10% mantenuto finora.[EB]

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