18 gen 2006

Non c’era vento e il sole stava scendendo lentamente per lasciar spazio ad un’altra gelida notte. I tergicristalli fischiavano lenti sul vetro. Matteo aveva ancora indosso gli occhiali da sole. Vecchia abitudine che aveva preso guidando il suo motorino. Lasciava che la macchina scorresse lentamente sull’asfalto. Non aveva niente da fare se non pensare e ripensare. “Piove. Ti serve un passaggio?” “No. Grazie.” Quel sorriso maledetto che fanno sempre le donne in queste occasioni. Quel sorriso che vuol dire: “anche se ti ho voluto bene, adesso non puoi rompere”.
Non c’era vento e il sole se ne andava. Arrivava il freddo. Matteo immaginava l’acqua calda della vasca che lo aspettava per accoglierlo stanco. I muscoli indolenziti per la partita a calcio della sera prima. Non vedeva l’ora di lasciar scaldare il suo corpo e perdersi in una lettura. Ormai si era convinto che una storia già scritta avesse un finale certo e non libero di andare.
Quel giorno la rivedeva dopo una settimana. Inutile che vi dica cosa aveva provato. Il cuore è il primo che esplode e batte veloce come la luce. Poi il cervello prova a far ritrovare razionalità a tutto il complesso, ma senza risultato. Anche perché gli occhi iniziano ad esplorare il suo corpo. Come ci fosse un sottile legame tra la rotondità del suo sedere e la dolcezza dei suoi baci. Un fiume di pensieri fluiva nella sua testa. Un fiume di ricordi. “Stringimi.” Ancora una volta l’avrebbe stretta nella sua fantasia. Nei suoi pensieri.
Le foglie degli alberi immobili. Non c’era vento e ormai il sole era svanito completamente rifiutandosi di lasciare dietro di sé una traccia rossa. La strada si distendeva infinita davanti alle ruote di Matteo, che le permetteva di scorrere sotto la sua macchina. Sembrava conoscere a memoria non solo le svolte, ma anche i movimenti delle altre macchine. A guardalo qualcuno avrebbe potuto credere che poteva muoversi per quelle strade guardando fuori dal finestrino. Come faceva di tanto in tanto. Si voltava prima a sinistra per guardare le ragazze sul marciapiede e cercare di vederla. Poi a destra per vederla seduta vicino a lui. Ma era ancora solo nella macchina e le strade erano vuote.

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