20 gen 2006

Io ti cercherò

Come è strano incontrarti di sera in mezzo alla gente salutarci come due vecchi amici Ehi ciao come stai quando un giorno di notte m'hai detto "non ti lascerò mai" quando un giorno di notte t'ho detto "non ti lascerò mai"; E adesso siamo occhi negli occhi e non serve a niente parlare ho la mappa di tutti i tuoi nei la potrei disegnare nei tuoi occhi ritrovo i miei giorni di qualche anno fa le domeniche senza far niente e voglia di sincerità, parliamo un po' raccontami quello che fai sei la stessa che un giorno m'ha detto "non ti lascerò mai" quando un giorno di notte m'hai detto "non ti lascerò mai" quando un giorno di notte t'ho detto "non ti lascerò mai" ; Io ti cercherò negli occhi delle donne che nel mondo incontrerò e dentro quegli sguardi mi ricorderò di noi chissà se si chiamava amore. Nei tuoi occhi mi ritrovo nell'attimo prima in cui sto per baciarti l'universo si ferma un'istante perché vuole ammirarti tutto il resto mi passa alle mani come la sabbia del mare resta solo un diamante che brilla e che continua a brillare ogni volta che mi torni in mente continua a brillare in un angolo della mia mente ti continuo ad amare.
Io ti cercherò negli occhi delle donne che nel mondo incontrerò e dentro quegli sguardi mi ricorderò di noi chissà se si chiamava amore

Vieni da me

Le distanze ci informano che siamo fragili
E guardando le foto ti ricorderai
Quei giorni di quiete sapendo che te ne andrai
E io, avendo paura, non ti cercherò più
Più…

Vieni da me
Abbracciami e fammi sentire che
Sono solo mie piccole paure
Vieni da me
Per vivere ancora quei giorni di incantevole poesia
E ridere… di questa poesia…

I veli trasformano intere identità ma
È guardando le stelle che m’innamorerò
Di tutte le cose più belle che ci son già
Ma che fanno paura perché siamo fragili
Fragili…

Vieni da me
Abbracciami e fammi sentire che
Sono solo mie piccole paure
Vieni da me
Per vivere ancora quei giorni di incantevole poesia
E ridere di questi giorni
Dove tutto ciò e stato solo pura
Poesia... e ridere...

Vieni da me
Abbracciami e fammi sentire che
Sono solo mie piccole paure
Vieni da me
Per vivere ancora quei giorni di incantevole poesia
E ridere di questi giorni
Dove tutto ciò e stato solo pura poesia
Dove tutto ciò e stato solo pura
Poesia… e ridere… di questa poesia

18 gen 2006

Non c’era vento e il sole stava scendendo lentamente per lasciar spazio ad un’altra gelida notte. I tergicristalli fischiavano lenti sul vetro. Matteo aveva ancora indosso gli occhiali da sole. Vecchia abitudine che aveva preso guidando il suo motorino. Lasciava che la macchina scorresse lentamente sull’asfalto. Non aveva niente da fare se non pensare e ripensare. “Piove. Ti serve un passaggio?” “No. Grazie.” Quel sorriso maledetto che fanno sempre le donne in queste occasioni. Quel sorriso che vuol dire: “anche se ti ho voluto bene, adesso non puoi rompere”.
Non c’era vento e il sole se ne andava. Arrivava il freddo. Matteo immaginava l’acqua calda della vasca che lo aspettava per accoglierlo stanco. I muscoli indolenziti per la partita a calcio della sera prima. Non vedeva l’ora di lasciar scaldare il suo corpo e perdersi in una lettura. Ormai si era convinto che una storia già scritta avesse un finale certo e non libero di andare.
Quel giorno la rivedeva dopo una settimana. Inutile che vi dica cosa aveva provato. Il cuore è il primo che esplode e batte veloce come la luce. Poi il cervello prova a far ritrovare razionalità a tutto il complesso, ma senza risultato. Anche perché gli occhi iniziano ad esplorare il suo corpo. Come ci fosse un sottile legame tra la rotondità del suo sedere e la dolcezza dei suoi baci. Un fiume di pensieri fluiva nella sua testa. Un fiume di ricordi. “Stringimi.” Ancora una volta l’avrebbe stretta nella sua fantasia. Nei suoi pensieri.
Le foglie degli alberi immobili. Non c’era vento e ormai il sole era svanito completamente rifiutandosi di lasciare dietro di sé una traccia rossa. La strada si distendeva infinita davanti alle ruote di Matteo, che le permetteva di scorrere sotto la sua macchina. Sembrava conoscere a memoria non solo le svolte, ma anche i movimenti delle altre macchine. A guardalo qualcuno avrebbe potuto credere che poteva muoversi per quelle strade guardando fuori dal finestrino. Come faceva di tanto in tanto. Si voltava prima a sinistra per guardare le ragazze sul marciapiede e cercare di vederla. Poi a destra per vederla seduta vicino a lui. Ma era ancora solo nella macchina e le strade erano vuote.

6 gen 2006

Novità

Trovate due testi. Un nuovo e uno vecchio, ma che era rimasto segreto. Io ho sempre avuto una convinzione che scrivere non è altro che una forma di manifestazione di dolore. Adesso non so spiegare quello che ho dentro di me. Perché dolore e sofferenza mi sembrano parole che descrivono mondi troppo lontani dalla mia realtà. Però, come ho messo nel nick di Msn, sto una chiavica.

Massimiliano.

P.S.: Sotto ci sono due cosette nuove. (Ho tre racconti nel cassetto, ma sono pronti per partire per qualche concorso).

È un problema di sfumature.

È un problema di sfumature. Diciannove minuti. Aventino, San Saba. Fiumicino aeroporto, Leonardo da Vinci. La sensazione della notte che ti corre vicino. Grazie a Dio ci sono i semafori. Il motore respira. Io respiro. Poi mi volto, la guardo raggomitolata sul sedile e mi viene da sorridere. Il limite sono le nove e mezza. Ho lasciato San Saba alle 21:07. Guardo l’orologio. Troppa strada. Troppo poco tempo. Non ho il coraggio di accendere lo stereo. Il sottile rombo del motore moderno. Il sottile brusio della mia concentrazione. Il sottile borbottio contro i romani che guidano con i tempi sbagliati.
Freno all’improvviso. Una Ka mi taglia la strada. “È colpa sua che non sa quello che fa.” Rispondo: “è colpa sua che è uno stronzo”. Ora ho abbandonato l’intrigo dell’Aventino per lasciar correre il mio proiettile grigio attraverso le strade a scorrimento veloce. E anche i miei pensieri vanno a scorrimento veloce. Come nei film. Fotogrammi. Sensazioni più che immagini. La mia mano che stringe la sua. Il suo odore. Le sue parole. La cadenza di quell’isola bella, ma lontana.
Freno. Accelero. Prima. Seconda. Terza. Quarta. Quinta. 150. Le avevo detto di tapparsi gli occhi. Ma guarda il contachilometri. Servosterzo. Servofreno. Compagni di avventura. Le lancette. Posso vedere il suo viso riflesso nel vetro, quando mi volto per vedere che c’è a destra. Butto la macchina dentro con prepotenza. “Certo che si può sorpassare a destra.”
Adesso è difficile da spiegare. Pensate a me. Avevo immaginato mille volte quel saluto all’aeroporto. Sapevo perfettamente che sarebbe stato un bacio lungo sulla guancia. Lungo anche troppo. Sapevo che l’avrei guardata andare via attraverso i vetri, ma non sapevo che ci sei sarei arrivato a 170. Con la machina sempre sopra i cento. Anche nel tratto dove devi scegliere. Arrivi o Partenze. Nazionali o Internazionali. Magari intercontinentali. Avrei voluto fare un discorso. Non con qualcosa di particolare da dire, ma magari per sembrare brillante. Divertente. Quei discorsi che quando vedi Roma dall’oblò dell’aereo ci ripensi e ridi. E il passeggero vicino ti sorride. Magari è una signora. Sessantenne e sa perfettamente quello che stai provando dentro. Lei lo prova tutti i giorni mentre lo sente cantare in bagno. Quella stupida canzone. Da quarant’anni. Sempre la stessa.
Sempre la stessa. Il punto è questo. Quando qualcosa è sempre lo stesso ed è sempre stupendo. Raggomitolata sul sedile delle mia macchina. Seduti su un marciapiede, nascosta dentro di me. A piazza della Pilotta. Sul corso. Al Quirinale. Al Campidoglio. Sempre. A capodanno. A Seiano. A Frascati. A Roma. Su quella stupenda terrazza siciliana. Nel buio. Quando una mente sana avrebbe detto è ora che ci provo. Ma una mente malata come la mia, anche se obnubilata dall’alcol, rimane là a guardarla e a pensare: “Quanto è bella!!!”

quote Msn

Massimiliano- Sto una chiavica scrive:
Sai che sono combattuto
Vorrei che tutto quello che è mio vada a Marta
però so che non è giusto
Difficile è rispettare gli altri
Difficile è sparire
Vorrei essere tutto
e devo scegliere di essere niente.